Questa vecchia anticaglia di Dio

Dio. Questa vecchia anticaglia di Dio, questo vecchio cero di Dio che brucia nell’oscurità dei secoli, questo fuoco fatuo rosso sangue, questa misera candela smoccolata da tutti i venti, noi, uomini del ventesimo (ventunesimo) secolo, non sappiamo che farcene. Siamo uomini razionali. Siamo degli adulti. Non ci illuminiamo più con una candela. Abbiamo un tempo sperato che le Chiese ci liberassero da Dio. Erano fatte per questo. Le religioni non ci disturbavano. Le religioni sono pesanti e la pesantezza ha un che di rassicurante. E’ la leggerezza che ci fa orrore, questa leggerezza di Dio in Dio, dello spirito nello spirito. E poi siamo usciti dalle Chiese. Abbiamo fatto molta strada. Dall’infanzia all’età adulta, dall’errore alla verità. Ora sappiamo dov’è la verità. E’ nel sesso, nell’economia e nella cultura. E sappiamo bene dov’è la verità di questa verità. E nella morte. Crediamo al sesso, all’economia, alla cultura e alla morte. Crediamo che l’ultima parola di tutto spetti alla morte, che scricchioli fra i suoi denti stretti sulla preda, e guardiamo i secoli passati dall’alto di questa convinzione, con indulgenza e disprezzo, come tutto ciò che si guarda dall’alto. Non possiamo volergliene per tutti i loro errori. Erano senza dubbio necessari. Ora siamo cresciuti. Ora non crediamo che a ciò che è potente, ragionevole, adulto – e nulla è più puerile della luce di una candela che trema nel buio.”

Christian Bobin Le Très-Bas