PAPA E ANTIPAPA

PAPA E ANTIPAPA: L’INCHIESTA – LA PROFEZIA DI RATZINGER SI AVVERA: SI TORNA NELLE CATACOMBE. MESSE CLANDESTINE “UNA CUM BENEDICTO” – Parte 18

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Come abbiamo ampiamente illustrato, la Chiesa cattolica autentica e quella modernista-bergogliana si stanno separando come acqua e olio. La mancata abdicazione di Papa Ratzinger, autoesiliatosi in sede impedita a causa dell’impossibilità di continuare a governare,  ha prodotto uno scisma non solo fattuale, ma anche canonico. (Per i dettagli, consultate gli articoli precedenti riportati in fondo a questo articolo). Ora, il rischio grosso per la vera Chiesa è quello di lasciare la sede in mano agli usurpatori, se nessuno interviene.

Ma questo destino era stato previsto dal giovane teologo Joseph Ratzinger addirittura nel 1969 (!), ai microfoni della radio tedesca, quando profetizzò la fine della Chiesa così come l’abbiamo conosciuta:

Avremo presto, preti ridotti al ruolo di assistenti sociali e il messaggio di fede ridotto a visione politica. Tutto sembrerà perduto, ma al momento opportuno, proprio nella fase più drammatica della crisi, la Chiesa rinasceràSarà più piccola, più povera, quasi catacombale, ma anche più santa. Perché non sarà più la Chiesa di chi cerca di piacere al mondo, ma la Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna. 

La rinascita sarà opera di un piccolo resto, apparentemente insignificante eppure indomito, passato attraverso un processo di purificazione. Perché è così che opera Dio. Contro il male, resiste un piccolo gregge“.

E oggi la profezia si sta puntualmente verificando. Riportiamo la lettera di un nostro lettore, che tiene a restare anonimo, il quale racconta esattamente di MESSE CLANDESTINE, celebrate nell’ormai vietata forma del “vetus ordo”, antico ordine, in latino. Questo a causa del motu proprio dell’antipapa Francesco “Traditionis custodes” che ha, di fatto, abolito la messa cattolica per eccellenza, antica di 500 anni ed evolutasi armonicamente fin dai tempi degli Apostoli.

Tali messe clandestine vengono anche celebrate  in comunione “cum Papa Benedicto”. Una questione, quella della comunione col papa, (detta dell’UNA CUM) spinosissima, che riprenderemo più avanti.

Ma ecco la testimonianza, in esclusiva:

“Caro Dottore,

le scrivo per testimoniare la condizione clandestina di chi è costretto a ricercare il Signore in santità e letizia nel nascondimento e nella semplicità della vita familiare e nella Chiesa domestica.

Dallo scorso febbraio 2020, momento in cui la CEI ha permesso la chiusura dei luoghi di culto e successivamente l’imposizione di misure restrittive ed offensive nei confronti della devozione e del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, molti piccoli e nascosti hanno supplicato il Signore di non lasciarli senza il Pane della vita, la Comunione. I sacerdoti ancora umili e timorati di Dio hanno preso l’impegno di non lasciare i fedeli senza la manna celeste, così sono stati enfatizzati fatti di cronaca dove l’autorità civile, appoggiata da quella ecclesiastica, ha interrotto celebrazioni lecite, ha impedito lo svolgimento dei culti divini, sotto l’occhio compiacente del popolo scristianizzato ed acritico.

Alcuni di noi, che non ci riteniamo affatto gli eletti ed i giusti, ma poveri peccatori in cerca di ristoro spirituale, hanno trovato conforto nella preghiera e nei sacerdoti amici, che sfidando le eventuali ire di superiori e   informati da “pie” spie conniventi con il pensiero unico dominante, hanno ritenuto opportuno celebrare nel nascondimento delle case o di luoghi senza visibilità, dando così conforto al popolo affamato di cibo spirituale.

Dobbiamo ringraziare il Signore, di non averci mai lasciati a digiuno, di averci sempre soccorso con i Santi Angeli nel momento in cui ci si è spostati per ricevere degnamente il Re dei re, che sull’altare si fa pane solo per nostro amore.

In questo tempo abbiamo apprezzato e riscoperto la liturgia latina, dove i “tradizionalisti chiusi e retrogradi” sono stati gli unici in grado di ricevere Gesù in ginocchio, in bocca, da mani che non colavano gel, mentre nelle parrocchie e nelle chiese “legali”, volontari preziosamente formati invitavano sollecitamente a non inginocchiarsi ed a tirare su la mascherina, unica forma di culto gradita Dio nei suoi templi…

Laddove non è stato possibile partecipare alla liturgia antica, abbiamo avuto il dono di un sacerdote che veniva a celebrare in casa nostra, in una stanza debitamente preparata a cappellina, come da indicazione divina data dai tanti messaggi di Nostro Signore e di sua Madre, trasmessi negli scorsi anni, e debitamente disprezzati da coloro che avrebbero dovuto accoglierli per primi, e da tanti pensatori e vaticanisti, che prima deridevano le profezie degli strumenti di Dio, e che ora annaspano come naufraghi cercando di interpretarli e di discernere i segni dei tempi, aggrappandosi a questi scritti come ultima zattera per salvarsi dalla tempesta. Meglio tardi che mai, sicuramente, ma i “piccoli”, coloro che, privi di intelligenza mondana e di scienza comune, si sono lasciati istruire dalle parole della Madonna si sono rimboccati le maniche ed hanno messo in pratica quanto suggerito loro dal cielo da decenni e decenni, per vivere i tempi attuali e quelli ancora più terribili a venire…

Abbiamo partecipato alla messa domestica ogniqualvolta il sacerdote poteva venire a casa nostra, apprezzando immensamente il dono sia nei giorni festivi, come nei giorni feriali, ritagliando quel tempo come prezioso dono di Dio, anche usufruendo di permessi sul lavoro e rimandando impegni basilari. La frequenza di questa liturgia tra le mura di casa non è stabilita a priori, è presa come veniente da Dio nel momento in cui il sacerdote riusciva a dedicare il tempo a quella che definiva la Chiesa del futuro.

In ultimo, è sempre più generale il fatto che durante la liturgia “clandestina”, il papa menzionato nell’ “una cum” sia Benedetto. Noi vogliamo schierarci solo con Gesù Cristo, che ha scelto un solo Pietro in ogni tempo, fino alla fine della Chiesa Cattolica; pertanto le pecore riconoscono la voce del pastore vero, e sanno distinguerlo dai lupi travestiti. Questo sentimento è DETTO comune, non solo in casa nostra, ma dovunque abbiamo trovato la stessa modalità di culto. Ci sono altre realtà che vivono come la nostra, ed anche loro, quando non hanno il bene della Santa Messa in casa, corrono ove possibile alla messa in vetus ordo, per non oltraggiare la Divina Maestà con messe indecorose e prive di sacralità.

Ben inteso: la nostra non vuole essere una Chiesa alternativa, o una Chiesa di ripiego o di eletti, siamo povere pecore che vogliono stare solo nell’ovile natio. Se le cose si mettessero a posto, saremmo i primi a correre nelle parrocchie a partecipare anche giornalmente alla Santa Messa, ma ormai le cose sembra che non vogliano tornare indietro. Dio ha deciso che interverrà, ma prima vuole fare toccare con mano all’uomo cosa vuol dire fare senza di Lui, sia in ambito civile che ecclesiastico. La presenza di due vesti bianche è il principio della grande confusione, da cui non si uscirà se non tramite una pesante e dura purificazione.

Non scendo in ulteriori particolari, per lasciare nel vago luoghi e situazioni, ma con la presente invito i fratelli nella fede che leggeranno questa testimonianza a perseverare nella pace, anche nelle future e pesanti persecuzioni. Chi fosse ancora indeciso sul da farsi, preghi con umiltà e ardore, e la Madre di Dio e Regina del cielo provvederà nelle indicazioni pratiche.

Avanti e coraggio! Il nostro fine sia l’adempimento della preghiera del Padre Nostro: “Fiat Voluntas Tua, sicut in caelo et in terra”.

Adveniat Regnum tuum!

Un povero nulla”