Aiutaci da Lassù, Benedetto.

Benedetta De Vito: Ora Incensano il “Pastore Tedesco”. Aiutaci da Lassù, Benedetto.

31 Dicembre 2022 Pubblicato da Lascia il tuo commento

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione, sull’onda dell’emozione, q queste riflessioni su Benedetto XVI. Buona lettura, meditazione e condivisione.

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In un certo palazzo romano, rosa come le pennellate di tramonto della chiara primavera, abita un certo professore universitario, uno scienziato, un gran dottore che conosco per buon vicinato e perché ha una figliola bellissima. E’ stato uno dei firmatari del documento che impedì al mio dolce Benni (così tra me, chiamo Benedetto XVI) di parlare alla Sapienza. Non solo, durante la orrida psico-pandemia firmò un’altra carta per chiedere al governo di chiudere in morsa d’acciaio il Paese.  Quando vidi la sua firma in calce a quest’ultimo documento – era l’ottobre del 2020 – gli mandai la mail che segue e che, per caso, non è stata da me cancellata:

Caro xyz (perché il peccato si rivela, il peccatore mai)

ho letto che sei tra i 100 firmatari del manifesto del Terrore e me ne dispiaccio. Non condivido una sola parola di quanto scrivete e chiedete a governo e Presidenza della Repubblica. Chiudere il Paese entro tre giorni è semplicemente una follia.

Stretta alla Croce di Nostro Signore, sotto al dolce Manto di Maria, prego per voi che inoculando la paura nei poveri italiani, già scossi, fragili, impauriti, senza più una guida neppure spirituale (visto che il Pontefice non conferma più nessuno nella fede) li trascinate su strade pericolanti e non lungo i dolci sentieri della Via, della Verità e della Vita che sono i miei, nella grazia.

Seguivano i saluti. Alla sua risposta ironica e leggermente sprezzante (che mi lasciò del tutto indifferente, visto che io non agli uomini desidero piacere, bensì solo al Signore), gli risposi così: “

“Il tempo lo trovo sempre. Mi dispiace non averti scritto quando eri tra quanti hanno impedito al mio dolce Benedetto XVI di parlare alla Sapienza… Ma ci saranno altre occasioni. Sì con simpatia”.

Seguiva  la sua risposta di nuovo in sottile presa in giro. Ma chissene, io volevo e dovevo prendere le difese di Papa Benedetto che, proprio oggi, è volato in cielo nelle dolci mani del Signore. E non è stata la prima volta che ho difeso a spada tratta Benedetto XVI (con il quale ho avuto l’onore di avere uno scambio di lettere, diciamo così, in terza persona) perché ora in tv tutti a sperticarsi di elogi su di lui, ma ai tempi, gli stessi che ora lo incensano, lo chiamavano il “pastore tedesco” e lo raccontavano per come non era. La solita, odiosa propaganda a senso unico che mostrava il modernismo come stella polare mentre era la stellina falsa di Lucifero. E ora, più che mai, dobbiamo pregare l’Arcangelo Michele affinché ci guidi nella lotta. Senza più l’”argine Benedictus”.

Ora Benni, il mio dolce Benni e vero Papa (perché l’altro ha detto e scritto di non essere il Vicario di Cristo, e quindi che cosa è proprio non si sa…) ha raggiunto il suo posto in cielo, dove il Signore, ne sono certa, lo avrà accolto a braccia aperte e io, da quaggiù, poiché non devo più difenderlo (la propaganda ora è dalla sua parte), prego per lui, affinché interceda per noi che, qui, rimaniamo senza il  Kathekon, nel mondo al contrario, senza Dio, che ha costruito la grancassa buonista dei lupi travestiti da agnelli. Aiutaci da lassù, Benni!